28 settembre 2024
Arnulf Rainer (Baden bei Wien, 1929) ed Emilio Vedova (Venezia, 1919-2006), pur nelle differenze generazionali e formative, erano legati da una lunga amicizia e condividevano una similare dell’esperienza artistica. L’appuntamento veneziano prosegue un dialogo iniziato nel 2020 a Baden bei Wien nella sede dell’Arnulf Rainer Museum.
Arnulf Rainer (Baden bei Wien, 1929) ed Emilio Vedova (Venezia, 1919-2006), pur nelle differenze generazionali e formative, erano legati da una lunga amicizia e condividevano una similare dell’esperienza artistica, concepita nel contatto responsabile con le vicende del proprio tempo. L’appuntamento veneziano prosegue un dialogo iniziato nel 2020 a Baden bei Wien nella sede dell’Arnulf Rainer Museum, dove la mostra “Arnulf Rainer & Emilio Vedova: ‘Tizian schaut’” ha offerto l’occasione di reinterpretare, tramite i due artisti, le relazioni che hanno segnato la storia tra Venezia e Vienna. La Vienna decadente, la sua storia prestigiosa e il lento declino ad esempio ri-cordavano a Vedova la caduta di Venezia, circa un secolo prima. Nella capitale austriaca il maestro aveva contatti di lavoro, rapporti di amicizia, frequentazioni e condivisioni culturali che coltivava attentamente, insieme alla moglie Annabianca. Le ragioni che hanno spinto la Fondazione Vedova a condividere con entusiasmo questo progetto in collaborazione con l’Arnulf Rainer Museum sono molteplici e collegano idealmente Vienna e Venezia attraverso l’opera di due grandi artisti del nostro tempo. Nello Spazio Vedova, quello che fu lo studio del pittore, è raccolta una selezione di opere realizzate da Vedova tra il 1949 e il 1993 senza seguire un percorso cronologico, ma articolate in sezioni tematiche per orientare con chiarezza l’intera rassegna: Contro, No, Venezia muore, Allarme, Umano, Confine, Plurimo, Per. I titoli sono stati scelti sulla base di parole ricorrenti negli scritti e nei discorsi di Emilio Vedova, ed esprimono in modo adeguato la realtà vedoviana e l’attitudine fortemente partecipativa della sua opera, generatrice di accesi e contrastati dibattiti. Al Magazzino del Sale trova spazio il lavoro di Arnulf Rainer: dalla sua produzione, che copre un periodo di oltre 70 anni, sono state selezionate le croci degli anni ’80 e i Kosmos dei primi anni ’90. Le croci di Rainer rimandano inevitabilmente alla sofferenza, che, dinanzi alle pareti impregnate di sale di questo spazio straordinario, difficilmente potrebbe essere percepita in modo più straziante. Per Rainer “la croce è una metafora del volto umano”: così come la fisionomia assume molteplici forme, anche le sue croci possono essere declinate in una varietà di configurazioni. SPAZIO VEDOVA ZATTERE, DORSODURO 50 MAGAZZINO DEL SALE ZATTERE, DORSODURO 266Scopri i servizi delle nostre camere e suite a Venezia